Premetto che credo sia sempre meglio vedere un animale vivo (o intravvederlo) piuttosto che morto.
Per questo motivo trovarsi davanti un animale senza vita richiede un profondo rispetto per quello che è stato, per il fascino che può continuare a trasmettere e per il mistero della creazione che la natura continua a rinnovare con la sua perfezione.
Tutto questo alimenta la passione e la curiosità con cui lavoro.
Metodo di Lavoro
La preparazione ed il montaggio dello scheletro di un animale non è semplice perché, come si può immaginare, assemblare tutte le ossa nella giusta posizione richiede tecnica e conoscenza dell’anatomia.
Ma non è ancora sufficiente se si pensa che, per arrivare ad una sorta di scatola di montaggio di pezzi puliti e ordinati (le ossa), prima bisogna affrontare l’animale morto (e magari non ieri) su cui è necessario lavorare, così alla tecnica e alla conoscenza, direi che va aggiunto un bel po’ di “pelo sullo stomaco”.
In pratica il metodo di lavoro che utilizzo più spesso si divide nelle seguenti fasi:
La Spelatura
Ha lo scopo di facilitare la bollitura. Può essere, come nella classica tecnica di preparazione di animali in pelle, un modo per conservare parti dell’animale o addirittura eseguire per lo stesso animale sia la preparazione tassidermica che quella osteologica; da qui la possibilità di eseguirla in maniera più o meno precisa.
La Bollitura
Ha lo scopo di ammorbidire i muscoli per poterli togliere con facilità. Alla diversa mole degli animali preparati corrisponde anche un tempo diverso di bollitura; questo può variare anche se è già stata fatta una prima asportazione di carne, o in presenza di pelle se non viene tolta. Se necessario, l’aggiunta di piccole quantità di bicarbonato di sodio nell’acqua facilita il distacco dei muscoli.
La Pulitura delle ossa
E’ un’operazione delicata perché è facile dimenticarsi qualche ossicino o confondere tra di loro le varie parti. E’ facile che si stacchino dei pezzi e per questo vanno identificati per poi saperli posizionare nella fase di montaggio. E’ qui che, se il tempo di cottura è stato calcolato bene, si possono lasciare alcuni legamenti per non perdere riferimenti importanti come giunture delle ossa del carpo o tarso, per non confondere le falangi ecc.
La 2^ Bollitura
si rende necessaria per ossa molto grasse di animali medio grandi e può durare più ore a seconda della necessità. Per non esagerare è il caso di procedere gradualmente, ad esempio con cotte di due ore alla volta per non rovinare le ossa.
La Sbiancatura
delle ossa si fa dopo averle asciugate bene, immergendole in acqua ossigenata (io uso quella a 130 volumi). Anche in questo caso l’esperienza dà i riferimenti per calcolare i tempi di immersione; importante è, anche in questo caso, procedere per gradi facendo tentativi con tempi piuttosto brevi. Le ossa poi vanno asciugate perfettamente lasciandole all’aria, oltre che per vedere il grado di sbiancatura raggiunto, anche per evitare di bruciarsi con l’acqua ossigenata. E’ inutile dire che l’acqua ossigenata è pericolosa! Qualcuno usa la candeggina che, però, pur essendo meno pericolosa, prima o poi fa ingiallire le ossa. E’ comunque da sconsigliare l’uso di immergere le ossa, ancora bagnate di candeggina, in acqua ossigenata, perché dà avvio ad una reazione esotermica così forte da fondere i contenitori di plastica.
La 2^ Pulitura
dopo averle asciugate dall’acqua ossigenata, richiede l’eliminazione di tutte le parti estranee.Utilizzando pinze, frese o spazzole si deve ottenere l’osso più pulito possibile. E’ un lavoro di grande pazienza, ma necessario per dare la visione perfetta di ogni osso e nell’insieme uno scheletro pulito e bello da vedere.
Il Montaggio
spesso avviene in sequenza alla pulizia delle ossa che, pulite, vengono subito rimesse in posizione. Queste vengono unite tra loro con perni in ferro zincato e bloccate con la colla. Il tutto deve dare la visione dello scheletro, limitando il più possibile i sostegni e dando all’animale una postura “naturale”. E’ in questa fase che si gioca tutta la conoscenza dell’animale e la pazienza nel seguire in ogni punto la posizione ottimale delle ossa per ottenere la postura che si è scelta.